AUTORI ESORDIENTI ITALIANI, COME SCRIVERE UN ROMANZO, EDITORIA E DINTORNI

Vademecum dell’esordiente accorto

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Ecco un breve vademecum utile per non cadere vittime dei numerosi stratagemmi che alcuni editori senza scrupoli adottano per estorcere quattrini agli autori esordienti. 
Così come la lista delle case editrici free, questo articolo verrà periodicamente aggiornato.
vademecum
– Una casa editrice “free” non chiede all’autore l’acquisto di un numero minimo di copie, anzi spettano all’autore alcune copie omaggio (ciò viene previsto dal contratto).
– Una casa editrice “free” non ha bisogno né interesse a pubblicizzare i servizi che offre: essa riceve già una mole enorme di manoscritti. Diffidate perciò degli editori che promettono di portarvi al successo grazie alle loro straordinarie capacità.
– E’ compito della casa editrice spedire le copie a chicchessia (lettori, concorsi, critici, giornalisti), non è compito dell’autore.
E’ onere della casa editrice ideare e realizzare la copertina e la quarta di copertina, non deve fare la bozza l’autore.
– Impaginazione, scelta del font, ecc. sono compiti della casa editrice, non dell’autore.
– Ci sono alcune case editrici “free” che, per contenere i costi, non fanno editing ma solo una veloce correzione: ciò è legittimo (basta che venga dichiarato) ma, in tal caso, consiglio di sottoporre il vostro manoscritto a un editor indipendente perché qualunque manoscritto ha bisogno di essere editato.
– Una casa editrice free pubblica sempre con ISBN con costo a proprio carico (un codice ISBN costa sui 70 euro, non è una cifra esorbitante per un editore…).
La distribuzione (quale essa sia) deve iniziare da subito, non dopo che l’autore ha comprato o venduto un minimo di copie.
– Utilizzare il sistema del “Print on demand” esclude per definizione la casa editrice dal novero degli editori “free”.
 Millantare tempi tanto biblici quanto immotivati per una seconda ristampa, allo scopo di indurre l’autore a comprare un numero maggiore di copie, significa essere una casa a pagamento e, per giunta, poco seria.
– Ci sono CE che si vantano di essere “associazioni senza fini di lucro“: ciò non significa che non siano CE a pagamento (anche il circolo presso la bocciofila del paese è, probabilmente, senza fini di lucro ma il caffè lo pagate lo stesso).
AUTORI ESORDIENTI ITALIANI, EDITORIA E DINTORNI

Il dilemma dell’esordiente: che faccio, pago?

esordienti 2Torniamo a parlare della figura forse più vulnerabile del mondo dell’editoria: lo scrittore esordiente. Purtroppo il dilemma che rischia di affliggere un autore alle prime armi è tragico: o aspetta tempi indefiniti una risposta che forse non arriverà mai o si rassegna a pagare per vedere pubblicato il proprio manoscritto. Ma esistono, come sempre, delle scelte alternative. Oggi ne vedremo due.

La prima è far editare e correggere in modo adeguato (e non dall’amico che legge tanti libri…) il manoscritto, autopubblicarlo avvalendosi degli strumenti che mettono a disposizione numerose piattaforme internet, e metterlo in vendita negli ormai numerosi store online (sia in formato cartaceo che in ebook). Con essa, inoltre, potrà cominciare a proporsi nelle librerie, presso le biblioteche locali e nei circoli culturali, iniziando a vendere le prime copie autografate, confrontandosi col pubblico e facendosi così conoscere. Ci sono anche molte web radio facilmente accessibili e ben disposte a fare interviste gratuite, molti blog pubblicano le segnalazioni di nuovi libri, ecc. L’autore, così facendo, avrà la possibilità di entrare in contatto con gli addetti ai lavori e comincerà a muovere i primi passi nel complesso mondo dell’editoria.

La seconda è frequentare le piccole rassegne locali dedicate ai libri, ce ne sono in tutta Italia, dove l’autore esordiente potrà conoscere personalmente piccoli e medi editori e avrà sicuramente maggiori possibilità di essere preso in considerazione. I tempi saranno comunque più lunghi perché una casa editrice seria che legge davvero un manoscritto, prima di decidere se investire tempo e denaro per editarlo, correggerlo e pubblicarlo, è oberata di richieste per valutare le quali ha bisogno di tempo.

EDITORIA E DINTORNI

Lista case editrici free

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Siete alla ricerca di un editore per il vostro manoscritto? In questa lista potete trovare le case editrici cosiddette “free”, ovvero che non chiedono contributi per pubblicare la vostra opera. Ovviamente la selezione che dovrete fare per trovare il giusto partner (perché autore ed editore devono lavorare insieme, non dimentichiamolo) non finisce qui. É importante pubblicare con un editore che sia in grado di fornire a proprie spese tutta una serie di servizi e che garantisca un’efficace promozione del libro. Un consiglio: non scendete a compromessi, piuttosto scegliete la via del self-publishing. Spesso non è sufficiente consultare il sito di una casa editrice per capire se essa è a pagamento. Di solito gli editori che pubblicizzano pesantemente i servizi che offrono, vantando visibilità e “capacità di fare marketing” che spesso non hanno, sono editori a pagamento.  Molti, purtroppo, sono gli editori che si autodefiniscono “free” ma che invece richiedono contributi anche cospicui ricorrendo ai più fantasiosi stratagemmi e sotterfugi. Se volete avere un’idea più chiara di quali servizi deve fornire (senza chiedere contributi all’autore) una casa editrice “non a pagamento”, cliccate QUI.

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COME SCRIVERE UN ROMANZO, EDITORIA E DINTORNI

Piccoli (e medi) ma buoni…

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Credo sia necessario sfatare un mito pericoloso, che spinge la moltitudine di scrittori esordienti a bramare la pubblicazione del proprio libro da parte di una grande casa editrice. Ebbene, prendiamone atto: una grande casa editrice non offre nessun valore aggiunto a un autore esordiente né investe su di lui più di quanto faccia una casa editrice piccola o media (purché onesta, sia ben chiaro). Scordatevi mega poster con il vostro bel faccione in tutte le librerie, presentazioni gremite di pubblico, pubblicità sui media, interviste e amenità del genere. É vero, una grande casa editrice dispone di mezzi economici ingenti, ma li investe solo laddove intravede un ritorno economico pressoché certo. Ormai la propensione al rischio dei manager che guidano queste aziende, e che hanno preso il posto dei responsabili editoriali, è prossima allo zero. In altre parole, il libro di Schettino che ha affondato una nave, le memorie di un pentito di mafia, i piccanti retroscena della vita di una velina venderanno? Certo che sì. Allora si investe.

Anche l’importanza della distribuzione capillare a livello nazionale è un mito che va sfatato. Le grandi case editrici, controllando esse stesse i maggiori distributori, manderanno il vostro libro in tutta Italia. Con quali risultati? Se voi non siete conosciuti il 90% (a esser ottimisti) dei volumi torneranno indietro come resi e andranno al macero. Se un autore esordiente non raggiunge un minimo di vendite in un anno (fino a qualche anno fa tre-quattromila copie almeno, ora pare ci si accontenti anche della metà), l’editore non pubblicherà un eventuale vostro secondo libro: “Ci spiace, ma il suo libro d’esordio non ha venduto…” vi diranno. Il libro non ha venduto? Strano, eppure era in mezzo a centinaia di altri, in uno scaffale seminascosto, in una città dove nessuno ha mai sentito nominare l’autore (che peraltro ha la colpa di non aver mai nemmeno affondato una nave e non si è degnato di andare sull’isola dei famosi…)

Non scrivo questo per esperienza personale, poiché io e la casa editrice che ha pubblicato il mio romanzo Senza nome e senza gloria ci siamo scelti a vicenda: l’editore ha valutato positivamente il mio manoscritto e io ho valutato altrettanto positivamente il suo lavoro di editing e correzione. Scrivo questo articolo dopo aver ascoltato centinaia di testimonianze e aver verificato come funzionano le cose.

Siate realisti: trovate un editore che valuti il vostro romanzo, che faccia un accurato lavoro di editing e lo pubblichi a sue spese, senza contributi di nessun genere e avrete fatto il massimo in vostro potere. Dopo di che starà a voi auto promuovervi, girare le librerie, le manifestazioni, scrivere a giornalisti e blogger, sfruttare i social perché nessuno lo farà al posto vostro.

EDITORIA E DINTORNI

Intervista all’editore: Davide Indalezio

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La figura dell’editore è croce e delizia di ogni autore esordiente. Croce se non reputa il manoscritto idoneo alla propria linea editoriale, se non risponde affatto (il che è anche peggio…) oppure se non fa promozione in modo adeguato o non paga le royalties maturate; delizia se, invece, decide di pubblicare il manoscritto, fa un buon editing, lo promuove attivamente, paga puntualmente le royalties. In ogni caso rappresenta un tassello fondamentale per il successo di uno scrittore e dei suoi libri.

Oggi ospitiamo, nel nostro salotto virtuale, un esponente di questa categoria: Davide Indalezio, fondatore di Edizioni della Goccia.

d.) Proveniente da tutt’altro ambito lavorativo, due anni fa lei ha deciso di fondare una casa editrice: può dirci da cosa è nata questa idea e con quali progetti?

r.) L’idea è nata in primo luogo dalla passione per la lettura e per i libri ma l’intenzione vera e propria di diventare editore si è manifestata poco alla volta solo negli ultimi anni. Nel 2010 avevo pubblicato un libro mio, ma non ero soddisfatto dell’editore di allora; così mi ero ripromesso che, se avessi scritto qualcos’altro, sarei diventato editore di me stesso. Poi, qualche tempo dopo, la figlia di un amico mi fece leggere un suo manoscritto chiedendomi un parere: lo considerai un “segno del destino” e nel giro di qualche mese fondai Edizioni della Goccia e pubblicai il primo volume.

d.) In Italia si legge davvero poco. Cosa bisognerebbe fare, secondo lei, per incentivare le persone a leggere di più?

r.) Il primo passo dovrebbe essere quello di stimolare i giovani e i giovanissimi. E per “giovanissimi” intendo proprio i bambini delle scuole elementari, perché certe abitudini si adottano da piccoli. Se in Italia si legge poco una parte di responsabilità è della scuola, sempre più orientata allo sviluppo degli aspetti “tecnologici” dell’istruzione e sempre meno preoccupata della crescita interiore della persona.

Una parte di responsabilità, comunque, è anche degli editori, che in molti casi  preferiscono pubblicare testi facili da vendere, piuttosto che libri di qualità.

d.) Non di rado le case editrici commissionano i romanzi agli scrittori: cosa ne pensa di questa, chiamiamola, scrittura on-demand?

r.) Non è il mio caso e  non mi è mai capitato. Anzi, non capisco come sia possibile commissionare un romanzo (diverso è il caso del saggio). Non credo sia l’editore a dover indirizzare la creatività dello scrittore, a meno che non sia un semplice suggerimento di ordine generale, del tipo “perché non scrivi un romanzo che abbia come tema l’immigrazione (o il bullismo, o i conflitti religiosi, ecc.)?” Penso che al massimo l’editore possa richiamare l’attenzione su un argomento che pensa possa destare l’interesse dei lettori, ma nulla di più.

d.) Camilleri, che personalmente reputo uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei, non ha mai vinto premi letterari: secondo lei quanto può giovare, in termini concreti, vincere un premio per un autore emergente?

r.) Se per “termini concreti” si intende una qualche gratificazione economica immediata, allora la risposta è semplice: pressoché zero. La vittoria di un concorso letterario è utile per il proprio curriculum, sicuramente conferisce un minimo di credito, ma tutto dipende dal tipo di premio letterario: anche per questi occorre fare un minimo di selezione e scegliere di partecipare a quelli che sembrano alla portata. Il consiglio è di evitare quelli più noti, per non combattere inutilmente contro i mulini a vento.

d.) Per un autore esordiente, che ruolo possono giocare i social nella promozione del proprio libro?

r.) I social media sono uno strumento ormai indispensabile nella diffusione di qualsiasi attività, evento, notizia, ecc. Per l’autore emergente, secondo me, sono uno strumento utile ed economico per farsi conoscere al di là della cerchia di parentele e amicizie abituali; inoltre possono servire a prendere nuovi contatti per il futuro. Il rovescio della medaglia è la questione degli “amici” e dei “mi piace”: avere più di mille amici virtuali, così come avere mille “mi piace” al post che proclama l’uscita del libro, non vuol dire vendere mille copie.

d.) Edizioni della Goccia sarà presente al Salone internazionale del libro di Torino?

r.) Sì, per la prima volta quest’anno. È uno sforzo non da poco per una piccola casa editrice, ma Torino dovrebbe essere il luogo ideale per farsi conoscere, prendere nuovi contatti e acquisire nuovi lettori.

d.) In base alla sua esperienza, che consigli si sente di dare ad uno scrittore esordiente?

r.) La prima risposta che mi viene è: ripassare la grammatica e la sintassi. Purtroppo troppo spesso si ricevono manoscritti che contengono errori che a scuola avrebbero meritato la matita blu. Leggere un manoscritto zeppo di svarioni, che chiaramente non sono semplici errori di battitura, non predispone favorevolmente nei confronti dell’autore. Poi serve un’idea originale, anche se è già stato scritto di tutto su tutto: se il tema di fondo del manoscritto ha qualcosa di diverso dagli altri, sicuramente si farà notare. Gli editori sono sommersi da testi che chiedono di essere pubblicati, e le librerie sono sommerse di libri che chiedono di essere acquistati, quindi un manoscritto che si distingue dagli altri ha più possibilità di emergere. Un’altra domanda utile da porsi potrebbe essere: un libro come quello che ho scritto, io lo comprerei? In ogni caso, le qualità principali di un autore emergente dovrebbero essere la pazienza e la mancanza di presunzione: non avere fretta di pubblicare a tutti i costi, rileggere il testo più volte fino a odiarlo, e accettare critiche e suggerimenti.

d.) Lei, per lavoro, legge molti manoscritti: nel tempo libero ha ancora voglia di leggere?

r.) Sì. Solo leggendo si impara a valutare un testo, a leggere criticamente. E solo leggendo si impara a scrivere. Una regola generale dovrebbe essere: leggere 100 libri per scrivere 10 pagine. Quindi, per scrivere un libro di 250 pagine basta fare il conto.

d.) Lei ha scritto un libro dal titolo “’70 mi da tanto”: ce ne vuole parlare?

r.) Si può dire che è stata la causa scatenante di tutto quello che è successo dopo. Il libro è una specie di saggio di costume, il racconto del modo di vivere degli adolescenti degli anni settanta e delle loro abitudini: il cinema, la musica, la televisione, la scuola, le amicizie, con una parte iniziale dedicata agli eventi principali di quel periodo così importante per la società italiana, che quelli della mia età chiamano ancora “cronaca”, ma che alcuni definiscono già “storia”. L’intenzione era quella di raccontare ai ragazzi di oggi il modo di vivere dei loro genitori quando avevano la loro età, quando c’erano pochi canali televisivi, e neanche tanto  interessanti, e non  esistevano cellulari, tablet, computer o altri dispositivi diabolici. In realtà, per quanto ne so, più che dai ragazzi è stato apprezzato dai genitori, che volevano rinfrescare la memoria sulla propria adolescenza.

Ringraziamo Davide Indalezio per la sua disponibilità e riportiamo qui di seguito i suoi contatti:

http://www.edizionidellagoccia.it/

https://www.facebook.com/Edizioni-della-Goccia-1449353588711692/?fref=ts

 info@edizionidellagoccia.it

 

COME SCRIVERE UN ROMANZO

Correzione della bozza

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Abbiamo detto quanto sia importante, dopo aver scritto la parola ‘fine’ al proprio racconto, procedere ad una rilettura del testo, per verificare se sia fluido, piacevole e privo di grossolani errori come (credetemi, a volte capita) intere proposizioni scritte due volte o, viceversa, del tutto mancanti, a causa di copia-incolla fatti mentre si scriveva, nella foga di mettere giù ciò che avevamo in testa. Bisogna eliminare inutili ridondanze, termini poco appropriati o troppo utilizzati, parti del testo monotone o noiose, e via dicendo. Tale lavoro, chiamato editing, non dovrebbe farlo l’autore, perché, avendolo scritto lui stesso, non è nelle condizioni ideali per analizzare il testo.

Continua a leggere “Correzione della bozza”

COME SCRIVERE UN ROMANZO

Leggere e rileggere

Quando siete arrivati a scrivere la parola ‘fine’ al vostro racconto avete sicuramente raggiunto un bel traguardo. Avete tutte le ragioni per essere orgogliosi di voi stessi, poiché, senza dubbio, il lavoro sarà stato lungo e faticoso.

Il primo passo da compiere, adesso, è rileggere il proprio lavoro, dall’inizio alla fine, perché, anche se vi sembrerà di conoscerlo a memoria, troverete varie opportunità per migliorarlo, renderlo più fluido alla lettura, correggere errori di ortografia e sintassi. Questo lavoro dovete farlo prima di dare il manoscritto in lettura ad amici e conoscenti: se sottoporrete all’esame di terzi un manoscritto il più possibile pulito e corretto, avrete modo di avere pareri e recensioni non condizionate da un pessimo, per non dire inesistente, lavoro di editing.

Se è vero che la fretta è una cattiva consigliera, ciò vale ancor di più per lo scrittore. È comprensibile che, dopo mesi o anni passati a scrivere, a mettere su carta le trame che avevate in testa, la voglia di far leggere il vostro lavoro, di ricevere recensioni e di vedere pubblicato il frutto di tanta fatica sia fortissima, ma dovete armarvi di pazienza e seguire alcune tappe obbligate.

Cercheremo, magari con l’aiuto di chi le ha già affrontate ed è arrivato a coronare il sogno di pubblicare il proprio libro (e che invito a intervenire condividendo la propria esperienza), di esaminarle insieme in questo blog.

COME SCRIVERE UN ROMANZO

Il primo romanzo: che bello scriverlo, che fatica pubblicarlo

Finalmente ho finito il mio primo romanzo!

La prima cosa che ho pensato è stata: “Evviva! È fatta! Ora non resta che pubblicarlo…”

Ma le cose non stanno affatto così: terminare la prima stesura di un lavoro letterario è solo l’inizio. È stata creata la materia prima sulla quale bisogna lavorare ancora molto, anzi moltissimo.

Scopriamo insieme i passi fondamentali da compiere, le difficoltà da superare, il lungo e tedioso lavoro di correzione, le delusioni, le lunghe attese, che inevitabilmente ci aspettano, negli articoli che seguiranno in questo blog. Le vostre domande e i vostri commenti arricchiranno questo percorso di spunti utili per tutti gli autori esordienti.