É consuetudine che gli insegnanti inseriscano tra i compiti per le vacanze anche la lettura di un libro, talvolta lasciando la scelta ai ragazzi. Eccovi alcune letture, molto diverse tra loro ma ognuna adatta a un pubblico giovane e meno giovane.
Il primo libro è Mai avere paura di Danilo Pagliaro e Andrea Sceresini: consigliato soprattutto ai più giovani e, perché no, ai perbenisti di pseudo-sinistra radical chic, grazie ai quali perfino i terroristi hanno diritto a un processo, gli insegnanti non possono rimproverare gli alunni, vengono distrutte le nostre tradizioni (il crocifisso, il presepe, i canti patriottici e perfino la parola “patria”) in nome di un’accoglienza che ha le forme di un’invasione, con il risultato che ormai siamo in preda all’anarchia e ai criminali. Non è un libro di guerra, è un libro di vita, tra l’altro molto ben scritto.
É la storia non di un soldato pentito o di un killer alla ricerca di un nuovo perdono ma di un padre di famiglia che per dare un nuovo senso alla sua esistenza decide di arruolarsi nella Legione straniera.Una scelta estrema e sofferta, non senza conseguenze. Una storia lunga e movimentata, dal momento in cui Pagliaro, desideroso di mettersi in gioco, dopo aver provato senza successo a entrare nella Polizia e dopo aver ripiegato su un normale lavoro di venditore, si presenta alla sede di Aubagne, nella Francia meridionale, e comincia la sua carriera di militare di professione che lo porterà a combattere soprattutto in Africa, là dove rivoluzioni e crisi internazionali richiedono l’impiego di forze militari addestrate.Operazioni di assalto, di difesa, corpo a corpo, cecchinaggio di medio e lungo raggio, uso di armi di vario calibro. Ogni legionario sa qual è il suo compito e che le regole vanno sempre rispettate (cito una frase dell’autore: “Non sono ammissibili né deroghe né giustificazioni, perché è con queste che si polverizzano i principi“). Nessun fanatismo, nessun sacrificio inutile: la vita del legionario non ammette protagonismi ed esibizionismi, ed è ben diversa dall’immaginario di coloro che amano la guerra per la guerra e credono al mito romantico dell’eroe pronto a tutto (i “legionari da tastiera” come li definisce l’autore). Vale la pena leggere queste pagine così autentiche e dirette per capire che cosa vuol dire davvero avere un nemico di fronte, la necessità di sparargli, la nostra vita contro la sua.
Molto interessante è anche Bye Bye Baghdad di Fulvio Scaglione: dopo che il primo maggio 2003 uno dei peggiori presidenti americani di sempre, George W. Bush, dichiarava conclusa e vinta la guerra in Iraq, sappiamo tutti ciò che è successo: tutti i calcoli di Washington si sono rivelati sbagliati. La minaccia del terrorismo non è diminuita, la resistenza degli iracheni è divenuta sempre più violenta, i progetti per ricostruire il Paese distrutto si sono dimostrati quasi impossibili da realizzare. Nessuno ha mai trovato le famigerate armi chimiche di cui si era tanto parlato. Un libro che diventa la voce che si leva dal campo, la voce stessa dei vinti, degli iracheni. Un libro che parla della nostra storia, contemporanea, drammatica, non priva di colpe.
Di genere più bucolico e rilassato è l’antologia Tre racconti e una leggenda, scritta dal sottoscritto insieme a Gianluigi Repetto. Il valore dell’ospitalità (è ospite chi arriva ma lo è anche chi riceve), il rispetto delle diverse abilità degli altri nonché la consapevolezza delle nostre diverse abilità, la sete di conoscenza e il valore delle tradizioni sono gli ingredienti fondamentali di questa raccolta di racconti senza tempo e senza luogo che trova albergo nel cuore di chi, senza pregiudizi e con animo sereno, è capace di fermarsi ad ascoltare. Una lettura piacevole, antistress, da gustarsi all’ombra di un albero frondoso in campagna o sotto l’ombrellone in spiaggia.
Il quarto libro è Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda. I gabbiani sorvolano la foce dell’Elba, nel mare del Nord. “Banco di aringhe a sinistra” stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa, insieme agli altri. Ma quando riemerge, il resto dello stormo è volato via, e il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C’è un gatto, su quel balcone, un gatto nero grande e grosso di nome Zorba, cui la gabbiana morente affida l’uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto da lui tre solenni promesse. E se per mantenere le prime due sarà sufficiente l’amore del gatto, per la terza ci vorrà una grande idea e l’aiuto di tutti. In questo racconto, che ha la grazia di una fiaba e la forza di una parabola, il grande scrittore cileno tocca i temi a lui più cari: l’amore per la natura, la solidarietà, la generosità disinteressata. Ma soprattutto, proprio nell’unico tra i suoi libri in cui i protagonisti sono animali, Sepúlveda riconosce all’uomo un ruolo fondamentale: non solo distruttore e inquinatore, ma anche salvatore, in un messaggio di speranza di altissimo valore poetico.