IL LIBRO DEL MESE

Il libro del mese: La guerra del lupo

Bernard Cornwell, maestro indiscusso del romanzo storico, ci regala un’altra splendida avventura che The Observer definisce “Come Il trono di spade, ma reale“.

LA GUERRA DEL LUPO

di Bernard Cornwell

Longanesi editore

Dopo immensi sforzi, Uhtred di Bebbanburg è riuscito a riconquistare la terra che gli spettava di diritto, ma non ha tempo di godersi la vittoria, minacciato su tutti i fronti da vecchi e nuovi nemici. Il mondo che lo circonda, infatti, è in subbuglio. In Mercia, la ribellione è nell’aria da tempo e re Edoardo cerca di impadronirsi della regione; nel regno del Wessex, le parti rivali non riescono ad accordarsi sulla nomina del loro nuovo sovrano; in tutto il Paese, i norreni, i guerrieri-lupo invasori, proseguono nella loro incessante incursione sempre più affamati di terra, sotto il comando del terribile re Sköll, che è deciso a uccidere chiunque intralci i suoi progetti di conquista. Uhtred è ormai considerato da tutti un guerriero leggendario, ammirato e cercato come alleato e temuto come avversario. Per anni è riuscito a vivere sul confine tra le sue origini pagane e il mondo cristiano, tra la sua essenza di sassone e quella di vichingo, tra il vecchio mondo in cui era nato e la nuova realtà che lui stesso ha contribuito a forgiare. Ma il cambiamento non può essere fermato e Uhtred si troverà vittima della sventura e della tragedia, rischiando di perdere tutto nello scontro con uno dei nemici più duri di sempre. Solo l’astuzia più scaltra, la più grande lealtà e il coraggio più straordinario potranno, forse, salvarlo.

IL LIBRO DEL MESE

Il libro del mese: Una terra promessa

E’ qualcosa più di una biografia il libro che vi propongo questo mese.

UNA TERRA PROMESSA

di Barack Obama

Editore: Garzanti

In questo libro uscito poco prima di Natale in contemporanea mondiale, davvero molto bello, Barack Obama ci racconta in prima persona la sua incredibile carriera da giovane alla ricerca di un’identità a leader di una delle nazioni più potenti e più discusse del mondo. Obama ci accompagna in un viaggio appassionante dalle iniziali aspirazioni politiche fino alla decisiva vittoria in Iowa che lo consacrerà 44mo presidente degli Stati Uniti d’America, primo afro-americano a insediarsi alla Casa Bianca. Riflettendo sulla presidenza, Obama propone un’acuta e inedita esplorazione delle grandi possibilità e dei grandi limiti del potere, aprendo nuovi scorci sulle dinamiche del conflitto politico americano, spesso aspro, e della diplomazia internazionale.

(Photo by Pete Souza)

Ci conduce fin dentro lo Studio ovale e la Sala operativa della Casa Bianca, e poi a Mosca, Il Cairo, Pechino, e oltre. I lettori scopriranno ciò che Obama pensava mentre nominava i suoi ministri, fronteggiava la crisi finanziaria globale, si confrontava con Vladimir Putin, superava difficoltà all’apparenza insormontabili per ottenere l’approvazione della riforma sanitaria, si scontrava con i generali sulla strategia militare in Afghanistan, intraprendeva la riforma di Wall Street, rispondeva al disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, e autorizzava l’operazione Neptune’s Spear, che ha portato alla morte di Osama bin Laden. “Una terra promessa” è un libro straordinariamente intimo e introspettivo. È il racconto della scommessa di un uomo con la Storia, della fede di un coordinatore di comunità messa alla prova della ribalta mondiale. L’autore si esprime con franchezza sulla difficoltà di far convivere il ruolo di candidato nero alla presidenza, il peso delle aspettative di un’intera generazione mobilitata da messaggi di «speranza e cambiamento», e la necessità di essere moralmente all’altezza delle decisioni cruciali da prendere. Descrive apertamente le forze che si sono opposte a lui negli Stati Uniti e nel mondo; spiega come la vita alla Casa Bianca abbia condizionato la moglie e le figlie; non esita a rivelare dubbi e delusioni. Eppure non smette mai di credere che, all’interno del grande e ininterrotto esperimento americano, il progresso è sempre possibile. Con grande efficacia ed eleganza di stile, questo libro sottolinea la strenua convinzione di Barack Obama che la democrazia non è un dono ricevuto dall’alto, ma si fonda sull’empatia e sulla comprensione reciproca, ed è un bene da costruire insieme, giorno dopo giorno.

recensioni

Le recensioni di Gianluigi Repetto: La spedizione Donner

Quando una bella trama è rovinata da una motivazione poco credibile.

LA SPEDIZIONE DONNER

di Preston e Child

Editore Rizzoli, 384 pagine

Libro comprato di getto durante un giro in libreria. Sono stato colpito dal titolo perché, come molti altri, sono da anni incuriosito dalla storia della spedizione Donner. Nella nota degli autori è ben specificato che non si tratta di un libro storico e che solo le vicende di fondo sono storicamente accurate mentre tutto il resto è frutto di invenzione. Non desisto e decido di leggere un romanzo di questa notissima copia di autori. Capisco il motivo per cui hanno venduto tanto: è perché sono proprio bravi. Il libro è appassionante e le ambientazioni sono rese benissimo. I personaggi sono cliché nello stile tipico dei narratori statunitensi però sono resi interessanti e credibili.

Le due scene che introducono la storia sono, a mio avviso, un po’ troppo estranee al libro a tal punto che mi sono chiesto se avessero sbagliato la stampa mettendo brani di un altro testo. Una nota stonata è il personaggio del mandriano che a un certo punto interviene nella storia a creare un problema, in questo caso sembra che sia stato appiccicato alla bell’e meglio in corso d’opera, se gli avessero creato addosso una piccola storia o una motivazione più credibile sarebbe stato meno alieno.

Ripeto che gli autori scrivono molto bene e legano il lettore alla narrazione ma una cosa mi ha rovinato il gusto di questo libro: la motivazione che spinge gli antagonisti. Non voglio rivelare il finale ma è altamente inverosimile. Un tale dispiegamento di denaro e di mezzi e l’uccisione di molte persone per la ricerca di un’ipotetica “traccia genetica” (si tratta parzialmente di questo ma non posso dire di più) sono del tutto assurdi. Mi è sembrato che gli autori si siano scervellati per creare un movente originale e misterioso e che per questo abbiano ecceduto scadendo nel fanta-cospirazionismo. Il libro è bello e ben scritto, ma molto deludente il finale.

Voto 6,5, giudizio del tutto personale.

CULTURA E ATTUALITA', EDITORIA E DINTORNI

Sibilla Aleramo

Sibilla Aleramo

La letteratura italiana è sempre stata dominata dalle figure maschili, che hanno eclissato le scrittrici e poetesse dei diversi secoli. Ecco a voi un esempio di artista del Novecento.

Sibilla Aleramo è lo pseudonimo di Marta Felicina Faccio, scrittrice e poetessa nata ad Alessandria nel 1876. All’età di dodici anni Continua a leggere “Sibilla Aleramo”

IL LIBRO DEL MESE

Il libro del mese: Corri ragazzo, corri

Vi consiglio di leggere questo romanzo dello scrittore israeliano Uri Orlev (pseudonimo di Jerzy Henryk Orlowski) che narra la vera storia di un fanciullo (al secolo Yoram Friedman) sfuggito a un rastrellamento nazista durante la Seconda guerra mondiale.

Corri ragazzo corri

CORRI RAGAZZO, CORRI

Titolo originale: Run Boy, Run (2001)

di: Uri Orlev

Editore: Salani

Una fuga senza fine e senza la nozione di un fine, solo per salvarsi la vita a tratti, per prendere respiro. Un bambino di otto anni, fuggito dal ghetto di Varsavia – dove ha visto sua madre sparire in un attimo come per una malefica magia – passa da un gruppo di ragazzi alla macchia, a case di contadini protettivi o malvagi e delatori, a soldati tedeschi spietati; dorme sugli alberi, nelle tombe e, a forza di nasconderlo, arriva a dimenticare di essere ebreo. “Ti ordino di sopravvivere” gli aveva detto il padre prima di venire ucciso. E, per avere la forza di seguire quell’ordine, il ragazzo è costretto a cancellare il ricordo del suo passato, della madre e del paese della sua infanzia, come i continui addii del presente. Dimenticando, il bambino concentra tutta la sua energia nel momento in cui vive, povero, affamato, senza protezione, a un certo punto perfino senza un braccio, che il chirurgo si è rifiutato di curare, riconoscendolo ebreo. Ma la corsa prosegue, e “il bambino biondo senza un braccio” rimane in mente come un’inesausta sfida alla morte. In Israele, dove oggi vive e insegna, Yoram Friedman ha raccontato la sua storia – perché questa è una storia vera – che Uri Orlev ha ascoltato dalla sua voce e scritto con commozione e intensa partecipazione.

Dal romanzo è stato tratto un film efficace e toccante, diretto dal regista tedesco Pepe Danquart e interpretato da un giovane, bravissimo, Kamil Tkacz. Per una volta, il film è stato all’altezza del libro. Consiglio la visione di uno e la lettura dell’altro, per non dimenticare quanta ingiusta, gratuita e crudele sofferenza hanno provocato le orde naziste. Perché perdonare non significa dimenticare.

IL LIBRO DEL MESE

Il libro del mese: Mille contadini

Il libro che costituisce il consiglio di lettura di questo mese è una storia corale delle campagne, dalle lotte di ieri alle prospettive di oggi.

Mille contadini

MILLE CONTADINI

di Roberto Schellino

Editore: Ellin Selae

Pagine: 208

Prezzo: 16 euro

Quando si parla di contadini, bisogna capire di chi si parla. In primo luogo, contadino è colui che lavora direttamente la terra con le proprie braccia, e lo fa come attività principale. Può essere Continua a leggere “Il libro del mese: Mille contadini”

recensioni

Le recensioni di Gianluigi Repetto: On the Brinks

Gianluigi Repetto ha recensito per noi un’autobiografia che ha fatto discutere.

On the Brinks

ON THE BRINKS – Memorie di un irriducibile irlandese

di Sam Millar

Editore: Milieu

Bello ma un po’ superficiale. Ho acquistato questo libro alla presentazione con l’autore organizzata da una benemerita libreria indipendente, l’evento è stato molto interessante e piacevole. Consiglio sempre di partecipare alle presentazioni.

Sam Millar è un uomo piccolo, con il viso pacifico più adatto a un impiegato statale che a un uomo di azione. La sua autobiografia si intreccia con la Storia, con la esse maiuscola, del popolo Nord Irlandese che è quasi del tutto ignota ai più. Bè… non proprio del popolo irlandese, soprattutto dei detenuti politici appartenenti o simpatizzanti dell’IRA.

Questo è un po’ il limite che ho trovato in questo libro, ma andiamo con ordine.

Cominciamo con ciò che mi è piaciuto. Il libro è scritto bene, accattivante e avvincente, è tradotto in un italiano semplice e diretto. Si arriva piacevolmente alla fine ma qui si prova una sorta di delusione.

Arriviamo a ciò che non mi è piaciuto: è poco. Poco profondo, poco politico, poco storico, poco analitico. Millar narra la sua storia e non ne approfitta, almeno non quanto mi sarebbe piaciuto, per raccontare la Storia, ne consegue un romanzo “superficiale”, metto il termine tra le virgolette perché è relativo alle grandi vicende storiche di quegli anni e di quel Paese, in cui racconta un po’ troppo velocemente quelli che sono, alla fine, fatti suoi. Non voglio essere frainteso, si tratta comunque di una bella autobiografia, impressionante per la realtà che racconta e che invita a rivedere la lunga guerra tra cattolici e lealisti in Irlanda del Nord.

Milieu è una piccola casa editrice, politicizzata, che ha il grande merito di proporre in Italia testi stranieri di nicchia. Ci sono alcuni errori e refusi ma non infastidiscono. Consigliato.

repetto1 Voto 7/10, giudizio del tutto personale.

IL LIBRO DEL MESE

Il libro del mese: Lungo petalo di mare

Il consiglio di lettura di questo mese riguarda l’ennesimo capolavoro di Isabel Allende.

Lungo petalo di mare

LUNGO PETALO DI MARE

Titolo originale: Largo pétalo de mar (2019)

di Isabel Allende

Editore: Feltrinelli

È la commovente storia di un uomo e una donna in fuga dagli sconvolgimenti della Storia, negli anni immediatamente precedenti all’inizio del secondo conflitto mondiale.

Nel 1939, alla fine della guerra civile che ha dilaniato la Spagna, Victor Dalmau e Roser Bruguera lasciano la Catalogna, attraversano i Pirenei innevati e riparano in Francia. Da lì riusciranno a imbarcarsi sul Winnipeg, il piroscafo che il poeta Pablo Neruda, profondamente turbato dalle condizioni inumane in cui i profughi vivevano e morivano nei campi di concentramento francesi, ha noleggiato per portare in salvo, in Cile, oltre duemila disperati, in cerca di quella pace che non è stata loro concessa in patria. Un romanzo vibrante e intenso, un viaggio doloroso attraverso il XX secolo, che la prosa fluida e malinconica della Allende rende meraviglioso.

AUTORI ESORDIENTI ITALIANI

Una storia al femminile: La pedina di vetro

L’autrice di questa biografia, docente nonché appassionata cultrice di storia romana, ci regala, sotto forma di un diario immaginario, una storia tutta al femminile.

La pedina di vetro

LA PEDINA DI VETRO

di Antonella Tavassi La Greca

Editore: Di Renzo Editore

Pagine: 264

Codice ISBN: 9788883235443

Una storia al femminile d’altri tempi, che analizza con garbo e delicatezza la figura controversa di una donna esiliata a Ventotene e poi a Reggio Calabria, a seguito dell’accusa di adulterio e tradimento mossale dal padre Ottaviano Augusto – Imperatore e Padre della Patria – il quale, sobillato da Livia, sua terza moglie, utilizzò la giovane figlia come pedina nei suoi giochi politici, dandola in sposa a figure importanti della vita pubblica romana.

Questo romanzo è il diario immaginario di Giulia, prima donna ad aver sfidato le leggi di un mondo costruito su misura per condottieri e imperatori, rivendicando la propria femminilità e il diritto a coltivare i suoi interessi e le sue passioni. Una creatura ribelle, che osò opporsi alla morale ipocrita del padre, il quale da adultero, emanò la lex de adulteriis per debellare l’immoralità entro i confini dell’Impero.

Antonella Tavassi La Greca (Napoli 1951 – Roma 2008) si è laureata in Storia e filosofia e ha insegnato per più di vent’anni nei licei della capitale. La pedina di vetro è la sua opera prima. Con Di Renzo Editore ha pubblicato anche il dramma teatrale Voce di Giulia (2003).
IL LIBRO DEL MESE

Il libro del mese: L’ordine del giorno

Vincitore del premio Goncourt 2017, il resoconto storico di Vuillard merita lo scranno di libro del mese.

L'ordine del giorno

L’ORDINE DEL GIORNO

Titolo originale: L’ordre du jour (2017)

di Éric Vuillard

Editore: e/o

ISBN: 9788833570037

Il libro descrive gli avvenimenti già noti sotto una luce nuova, descrivendo la colpevole arroganza dei grandi magnati dell’industria tedesca, che hanno dato credito al nazismo, credendo di poterlo governare, e indica i due momenti in cui Hitler poteva essere facilmente neutralizzato. Il primo è nel ’33 quando il partito nazista, dopo l’exploit iniziale delle prime votazioni, è al minimo storico, con un consenso calato drasticamente. Il partito è in un momento critico, pieno di debiti e sull’orlo del fallimento. A quel punto intervengono ventiquattro industriali tedeschi tra i più potenti, i quali salvano il partito nazista. Alcune di queste industrie sono diventate marchi a tutti ben noti: Krupp, Opel, Agfa, Telefunken, Bayer. Vuillard sottolinea anche le gravi lacune nella politica estera di Francia e Gran Bretagna colpevoli di aver sottovalutato il fenomeno nazista.

Éric Vuillard, scrittore, regista e sceneggiatore francese, è nato a Lione nel 1968. Ha ricevuto il Premio Ignatius-J.-Reilly 2010 per Conquistadors (Léo Scheer, 2009), il Premio Franz-Hessel 2012 e il Premio Valery-Larbaud 2013 per La bataille d’Occident e per Congo (entrambi editi da Actes Sud nel 2012), il Premio Joseph-Kessel 2015 per Tristesse de la terre (2014) e il Premio Alexandre-Vialatte 2017 per 14 juillet (2016). Nel 2018 le Edizioni e/o hanno pubblicato L’ordine del giorno, con cui nel 2017 ha vinto il Premio Goncourt.