LE NUOVE FIRME

Robert Bryndza

Robert Bryndza è uno scrittore britannico, classe 1979, nato a Lowesoft, sulla costa orientale dell’Inghilterra. A pieno diritto si può considerare una delle nuove firme più interessanti del thriller internazionale. Il suo romanzo d’esordio, La donna di ghiaccio (2017), ha venduto oltre un milione di copie in pochi mesi (complice anche il geniale lavoro della casa editrice) scalando le classifiche e procurando al suo autore fama internazionale. Al suo libro di esordio hanno fatto seguito La vittima perfetta (2018), La ragazza nell’acqua (2019), I cinque cadaveri (2019) e Ultimo respiro (2020).

Attore teatrale e commediografo, Bryndza vive attualmente in Slovacchia con il suo compagno, Jan, dove si dedica a tempo pieno alla scrittura. Quattro dei cinque libri di Bryndza (pubblicati in Italia da Newton Compton) sono incentrati sulla figura della detective Erika Foster.

EDITORIA E DINTORNI

Perché acquistando i libri online salveremo la letteratura libera

In questo articolo vi spiegherò perché acquistando i libri sulle varie piattaforme online contribuirete a salvaguardare una letteratura libera e indipendente, aiutando gli autori indipendenti e le piccole case editrici.

Iniziamo dagli autori. Per meglio comprendere la situazione, occorre ricordare che non esistono solo gli scrittori famosi come Patricia Cornwell, Ken Follett ecc. da un lato e i dilettanti che scrivono per hobby dall’altro. La maggior parte degli scrittori professionisti non sono famosi né hanno la possibilità di andare in tv a presentare il loro libro, ma vogliono ed è giusto che possano vivere del loro lavoro. Dovete anche tener presente che mediamente una casa editrice riconosce all’autore una royalty pari al 6 -10% del prezzo di copertina. In altre parole, per un libro che voi lettori pagate 15 euro, l’autore percepisce 1, massimo 1,5 euro. E questi soldi non li prende il mese dopo, ma dopo un anno o più, perché le case editrici si prendono dai tre ai sei mesi per fare i conteggi e liquidare l’autore le royalties dell’anno precedente! Questo nella migliore delle ipotesi, perché quando si tratta di pagare, non tutti purtroppo sono solerti e puntuali e non di rado l’autore deve sollecitare, e a volte inseguire, le proprie royalties. Le piattaforme online, invece, garantiscono a questi autori una maggiore visibilità, maggiori vendite e il pagamento regolare e puntuale delle royalties. Amazon, per esempio, paga puntualmente ogni 29 del mese. Capite bene come questi nuovi strumenti che il web ci mette a disposizione permettano ai lettori di risparmiare e agli autori di vivere del proprio lavoro, cosa che l’editoria tradizionale, nella stragrande maggioranza dei casi, non consente.

Lo sapete che il 60-75% del prezzo di copertina finisce in mano a distributori e librerie?

Veniamo ora alle piccole case editrici che tutti sostengono di voler salvare. La maggior parte di esse non ha la possibilità di essere distribuita in modo capillare ed essere quindi in tutte le librerie. Esse sopravvivono solo se riescono a vendere i loro libri attraverso i loro siti oppure avvalendosi di piattaforme come Amazon.

Comprate i vostri libri online, amici lettori! Oppure cercate quelle – purtroppo poche, troppo poche – librerie fisiche che valorizzano gli autori meno conosciuti, gli scrittori locali e le piccole realtà editoriali. Permetterete ad autori indipendenti e piccole case editrici di continuare a fare il loro lavoro per una letteratura indipendente e libera.

EDITORIA E DINTORNI

Riflessioni sullo stato dell’editoria italiana

Oggi vorrei narrarvi alcuni episodi che mi sono capitati per poi aprire un discorso molto più ampio (articolo di Gianluigi Repetto).

Due anni fa ho contattato una casa di produzione cinematografica di medio livello, ho proposto loro un mio libro per una valutazione come possibile soggetto per un film. Il direttore mi ha risposto in modo molto gentile dicendomi che per il momento sono impegnati in altri progetti. A mia volta replico auspicando che in futuro possano prendere in considerazione il mio lavoro. A questo punto il direttore mi ha risposto, sempre in modo molto educato, che non esiste proprio la possibilità che loro leggano un soggetto e decidano di investire per farne un film, ma che con una sovvenzione di minimo 50.000 euro (da parte della commission film, ministero della cultura o di privati) loro avrebbero fatto il lavoro.

L’anno scorso ho contattato l’istituto per la cultura italiana all’estero. Dopo avere inviato due email senza ottenere risposta ne mando una terza dal forte contenuto sarcastico (senza insulti o frasi offensive). L’impiegato/a mi risponde piccato che loro non rispondono a “persona non conosciuta”. Nel mese di settembre di questo anno infausto ho contattato una piccola casa di produzione cinematografica indipendente e specializzata nell’uso del digitale (che significa produzioni di qualità accettabile a basso costo). Anche in questo caso mi hanno risposto (a dire il vero dopo un mio secondo sollecito) in modo educato dicendomi che non prendono in considerazione autori non conosciuti (da loro suppongo). Quando ho inviato il mio ultimo romanzo all’attenzione delle case editrici free ho voluto fare una prova: in due biografie allegate al romanzo ho scritto che vado regolarmente in alcune librerie per dei firma-copie durante i quali vendo un discreto numero di copie. Non è neanche da dire che le prime risposte che mi sono arrivate erano di queste due CE, in una c’era già la bozza di contratto. Sono state talmente rapide che probabilmente non hanno neanche avuto il tempo di leggere il manoscritto.

Dopo questa lunga premessa dove vuoi arrivare? Mi chiederete. A una riflessione sullo stato dell’Italia. Io non scrivo per sfogare una frustrazione personale perché, in effetti, non sono stato rifiutato come autore e non è stato rifiutato un mio romanzo, ma per sottolineare lo stato disastroso in si trova l’imprenditoria, in questo caso culturale, italiana. Cosa comporta l’imprenditorialità se non il rischio? Se non il puntare i propri soldi su qualcosa di nuovo e di valido prima degli altri? Le CE e le case di produzione non dovrebbero cercare l’autore di talento e investirci tutto per poter fare il colpo della vita? Chi ha guadagnato milioni di euro con la Rowling, quello che non l’ha nemmeno letta o quello che si impegnato la casa per promuoverla? Gli imprenditori italiani si considerano degli impiegati in cerca di un piccolo stipendio fisso e quindi si rivolgono a gente che gli assicura un minimo guadagno senza rischio svilendo l’arte e promuovendo piattume culturale.

Dimenticatevi di me e mettete al mio posto un grande autore, tutti questi “imprenditori” che non gli hanno neanche dato la possibilità di essere valutato hanno fatto il proprio lavoro?

Se vi chiedete perché molto (quasi tutto) il cinema italiano propone roba vecchia e di bassa qualità la risposta è: basta avere una sovvenzione di almeno 50.000 euro e puoi fare un film anche dal più brutto dei romanzi. Se vi chiedete perché le CE propongono libri di discutibile qualità la risposta è: basta che un autore venda da solo le copie che va bene pubblicare qualunque cosa. Se vi chiedete perché è quasi impossibile riuscire ad accedere agli istituti governativi di promozione della cultura italiana all’estero la risposta è: bisogna essere “persona conosciuta” (termine che mi puzza tanto di mafioso).

A sviluppare il ragionamento ci si accorge che quasi tutta la situazione dell’imprenditoria italiana è in queste condizioni. Siamo immersi nella pece, avvinghiati in un pantano da cui non si può uscire a meno che… a meno che gli imprenditori non si accollino nuovamente il rischio d’impresa e ci spingano fuori da tutto questo.

P.S. Faccio un appello a tutti i miei colleghi scrittori:

RIFIUTATE tutti i contratti in cui non c’è un progetto di marketing personalizzato.

Concordo in pieno con gli articoli dell’amico Luca Cozzi in cui dà dei preziosi consigli per la pubblicazione (esclusivamente con CE non a pagamento) e voglio fare di più, voglio cominciare a cambiare questa situazione. Ricordatevi che le case editrici ci guadagnano con il nostro lavoro, non ci fanno beneficenza, è grazie a noi che mangiano e quindi il minimo che gli si può chiedere è che si sbattano per noi, che rischino per noi, che facciano il loro lavoro per noi. Tutti noi cominciamo a pretendere un progetto di marketing personalizzato (mettere il titolo nel loro sito NON è da considerarsi promozione) altrimenti non firmiamo. Se loro credono nel valore del nostro lavoro si daranno da fare per promuoverci, se rifiutano significa che volevano solo spremerci e poi buttarci. Spero che in questo modo le CE ricomincino a fare quello che è semplicemente il loro lavoro.

Articolo di Gianluigi Repetto

I grandi contemporanei

Jean-Christophe Grangé

GrangéOggi porto alla vostra attenzione un autore francese che amo molto: Jean-Christophe Grangé. Nato a Parigi il 15 luglio 1961 e laureato in Lettere alla Sorbona, inizia la sua carriera lavorativa presso un’agenzia di stampa per poi diventare reporter per Paris Match, Sunday Times e National Geographic. Dopo l’esordio negli anni Novanta, giunge alla notorietà grazie al film di Mathieu Kassovitz “I fiumi di porpora“, interpretato da Vincent Cassel e da un grandissimo Jean Reno e tratto dal suo omonimo romanzo pubblicato nel 1998 (che si aggiudicherà il premio Grinzane Cinema nel 2007). I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo e venduti in milioni di copie. Personalmente ho molto apprezzato Il rituale del male (2015) e il suo sequel, L’inganno delle tenebre (2016), nei quali riesce a coniugare avventura, noir, mistero e saga familiare senza perdere ritmo, senza mai annoiare il lettore né scadere in inutili perversioni sensazionalistiche alla Glenn Cooper. Ma occorre ricordare anche Il volo delle cicogne (1994), Il concilio di pietra (2000), L’impero dei lupi (2003) – da cui è stato tratto, nel 2005, l’omonimo film interpretato da Jean Reno e Laura Morante –, La linea nera (2004), Il giuramento (2007), Miserere (2008), L’istinto del sangue (2009), Amnesia (2011) e Il respiro della cenere (2013).

CULTURA E ATTUALITA', EDITORIA E DINTORNI, recensioni

Promossi e bocciati del 2019

Anche nell’anno appena concluso, tra un manoscritto e l’altro e nonostante le numerose peripezie che ho dovuto affrontare, ho letto (e a volte riletto) con avidità tutti i libri che il tempo mi ha permesso. Eccovi i miei “promossi e bocciati”.

emoticon sì I promossi sono:

  • LA CADUTA DEI GIGANTI di Ken Follett (storico)
  • L’INVERNO DEL MONDO di Ken Follett (storico)
  • LA SCIMMIA DI PIETRA di Jeffery Deaver (thriller)
  • PATTUGLIA BRAVO TWO ZERO di Andy McNab (azione autobiografico)
  • CUORE DI RONDINE di Comandante Alfa (biografico)
  • LA TALPA di John le Carrè (spionaggio)
  • EDUCAZIONE SIBERIANA di Nicolai Lilin (thriller – autobiografico)
  • CADUTA LIBERA di Nicolai Lilin (guerra – autobiografico)
  • IL RESPIRO DEL BUIO di Nicolai Lilin (autobiografico)
  • IL POTERE DEL CANE di Don Winslow (thriller)
  • IL MOSTRO DI ROMA di Lucio Trevisan (giallo)
  • IL QUARTO PROTOCOLLO di Frederick Forsyth (spionaggio)
  • SI CHIAMA ANDREA di Gian Luca Favetto (psicologico)
  • OLTRE L’INVERNO di Isabel Allende (thriller)
  • QUELLO CHE NON UCCIDE (Millenium 4) di David Lagercrantz (thriller)
  • POSTMORTEM di Patricia Cornwell (thriller)
  • INARRESTABILE di Lee Child (thriller)
  • IL PAZZO DI BERGERAC di Georges Simenon (giallo)

 

emoticon no Non mi sono piaciuti:

  • LENA DELLE FARFALLE di Ilaria Tuti (thriller)
  • FIORI SOPRA L’INFERNO di Ilaria Tuti (thriller)
  • L’ESTATE FREDDA di Gianrico Carofiglio (giallo)
  • IL PREDICATORE di Camilla Lackberg (thriller)
  • NEW YORK di Edward Rutherfurd (storico)
  • LIBERTY BAR di Georges Simenon (giallo)
recensioni

Le recensioni di Gianluigi Repetto: Rossoamaro

Questo giallo di Bruno Morchio ha conquistato il giudizio positivo del nostro recensore. Ecco cosa ne pensa.

ROSSOAMARO

ROSSOAMARO

di: Bruno Morchio

Editore: Garzanti

pagine: 239

Un thriller alla genovese.

Non riesco a trovare altro titolo che renda bene l’idea delle sensazioni che mi ha dato la lettura di questo libro. Di “genovese”, oltre all’ambientazione, vi è anche il carattere della città e dei suoi abitanti. Genova è una delle poche città che integra mentalmente chi ci abita, gli stranieri che si trasferiscono nel capoluogo ligure poco alla volta diventano genovesi (cosa che non succede nelle altre città mete d’immigrazione). Questo libro ha in sé, nel bene e nel male, il carattere di Genova, riesce a essere chiuso, cinico, sarcastico a volte distaccato e a volte appassionato, soffre in silenzio facendosi carico delle proprie responsabilità. Sa essere avaro nelle futilità ma molto generoso nell’umanità. Rossoamaro è un libro in cui l’umanità, non nel senso della moltitudine degli esseri umani, ma la dote che caratterizza l’essere umano, è in un crogiolo in cui si fonde e crea leghe nuove o in un distillatore da cui fuoriescono gocce di essenza di sentimento allo stato puro. Morchio è un bravo narratore, ci accompagna in due storie legate ma distanti nel tempo, la scelta del ritmo della scrittura è magistrale. L’atmosfera di cupa malinconia pervade il romanzo fino alla fine quando trova la sua spiegazione. Bacci Pagano è un detective sui generis rispetto alla valanga di personaggi tutti più o meno simili a cui ci ha assuefatto la scrittura di genere, in questo caso è una figura di collegamento e accompagnamento più che il motore dell’azione.

Anche il titolo “Rossoamaro”, scritto unito, enigmatico, vagamente già sentito è parte del libro ed è uno dei titoli più azzeccati che io conosca. Il finale è a sorpresa, e non del tutto spiegato, e il lettore sentirà di averlo già capito, di sapere già chi è il colpevole ma forse non voleva accettarlo.

repetto1  Voto 8/10  

LE NUOVE FIRME

Cupo ma coinvolgente: Wulf Dorn

Salito alla ribalta internazionale grazie all’immediato successo del suo primo romanzo La psichiatra (2009) – grazie anche a un eccezionale lavoro della casa editrice -, Wulf Dorn è uno scrittore dalla prosa molto efficace, asciutta e diretta – anche se a tratti un pochino “ruvida”- che portano il lettore a divorare le pagine con avidità. Personalmente le sue trame sono troppo cupe per i miei gusti, ma il risultato narrativo è davvero pregevole.

wulf-dorn

Nato a Ichenhausen (Germania) il 20 aprile 1969, Wulf Dorn ha lavorato per vent’anni come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici, esperienza che ne ha inevitabilmente condizionato la produzione narrativa. Ama i gatti, i viaggi e la musica e  il suo grande modello di ispirazione è Hitchcock. Dopo il successo del suo primo libro ha scritto Il superstite (2011), Follia profonda (2012), Il mio cuore cattivo (2013), Phobia (2014), Incubo (2016), Gli eredi (2017) e Presenza oscura, uscito quest’anno e tradotto per Corbaccio da Maria Alessandra Petrelli.

I grandi contemporanei, Senza categoria

Haruki Murakami

Figlio del priore del tempio buddista di Kyoto, Haruki Murakami è uno scrittore e traduttore giapponese. Grazie all’influsso paterno, diventa un appassionato lettore fin da giovanissimo, frequenta il liceo a Kobe dove entra in contatto con libri di autori stranieri, soprattutto di lingua inglese, cominciando poi a scrivere sul giornale della scuola. Nel 1968 si trasferisce a Tokyo per studiare drammaturgia presso la facoltà di Lettere dell’Università Waseda dove si laureerà nel 1975 con una tesi sull’idea del viaggio nel cinema statunitense. Dopo aver lavorato per un canale televisivo e aperto un jazz bar con la moglie, nel 1978 inizia a scrivere il suo romanzo d’esordio, Ascolta la canzone del vento, pubblicato l’anno successivo, che si aggiudica il Premio Gunzo come miglior esordiente.

Murakami

I suoi bestseller sono stati tradotti in cinquanta lingue e venduti in tutto il mondo, aggiudicandosi numerosi premi come il World Fantasy Award (2006), il Frank O’Connor International Short Story Award (2006), il Premio Franz Kafka (2006) e il Jerusalem Prize nel 2009.

Cospicua è la sua produzione letteraria, di cui segnalo Nel segno della pecora (1982), Norwegian Wood (1987), L’uccello che girava le viti del mondo (opera composta da tre volumi pubblicati tra il 1994 e il 1995, che vince il Premio Yomiuri), La ragazza dello Sputnik (1999), Kafka sulla spiaggia (2002), 1Q84 (2009) e il saggio L’arte di correre (2007).

Murakami è il traduttore in giapponese delle opere di Raymond Carver che lui considera il suo mentore. Così dichiara l’autore: “Fino a quando non ho incontrato Raymond Carver, non c’era mai stata una persona che, come scrittore, potessi considerare il mio mentore. Raymond Carver è stato senza dubbio l’insegnante più prezioso che abbia mai avuto e anche il mio migliore amico letterario”.

CULTURA E ATTUALITA', EDITORIA E DINTORNI

Un libro e una rosa per la festa catalana degli innamorati

Secondo la leggenda, c’era una volta un drago che terrorizzava la popolazione di una città della Catalogna. Per placare la sua ira, gli abitanti decisero di sacrificargli ogni giorno due pecore. Quando le pecore terminarono, decisero di offrire in sacrificio una persona estratta a sorte. Il destino puntò il dito sulla principessa del regno. Ella stava fieramente andando incontro al suo destino quando comparve San Giorgio, in sella al suo destriero, che uccise il drago salvando la principessa. Dal sangue del mostro nacque una rosa rossa. A Barcellona si celebra quel giorno, Sant Jordi, come festa degli innamorati. La tradizione vuole che gli innamorati si scambino una rosa rossa e un libro. L’uomo regala alla donna una rosa rossa e lei regala all’uomo un libro.

rosa+libro

Grazie alla Confcommercio, ad Alessandria viene promossa una simpatica iniziativa per celebrare la ricorrenza. Per la sola giornata di martedì 23 aprile, che è anche la giornata mondiale del libro, riceverà in omaggio una rosa chi acquisterà in libreria un libro di un autore alessandrino o piemontese,  nell’ambito della selezione proposta dal libraio che comprende opere di Luca Cozzi, Gianluigi Repetto, Francesca Rangone, Marco Deambrogio e Danilo Arona.

I grandi contemporanei

Una spia da premio Nobel: John le Carré

John le Carré, il cui vero nome è David John Moore Cornwell, è nato il 19 ottobre 1931 a Poole, in Inghilterra. Autore famoso in tutto il mondo di numerosi romanzi bestseller di spionaggio, è stato a sua volta un agente segreto britannico. Laureato in Letteratura tedesca nel 1956, docente al prestigioso Eton College nei due anni successivi, nel 1959 diventa funzionario del Ministero degli Esteri britannico. Inizialmente riceve la carica di Secondo Segretario presso l’Ambasciata del Regno Unito a Bonn e successivamente viene trasferito al Consolato di Amburgo, come consigliere politico dove viene reclutato dall’MI6. La sua carriera verrà stroncata da Kim Philby, un agente doppiogiochista al servizio del KGB, che fece saltare la copertura a molti altri agenti britannici.

La maggior parte dei romanzi di le Carré appartengono ai Continua a leggere “Una spia da premio Nobel: John le Carré”