Il Salone del Libro di Torino, che quest’anno giunge alla sua trentunesima edizione, si svolgerà dal 10 al 14 maggio al Lingotto Fiere in via Nizza 294. Si tratta della più grande fiera editoriale della area culturale del Mediterraneo. Una vetrina dove gli editori piccoli e medi hanno la stessa visibilità dei big del settore e dove anche l’editoria locale può farsi conoscere oltre i confini del proprio territorio. Un immenso contenitore multimediale nel quale il grande pubblico può incontrare il libro in tutte le sue forme. I titoli più belli e curiosi, i volumi introvabili e le ultime novità, e-book, audiolibri, fumetti, multimedia. L’edizione 2017 ha registrato un notevole aumento dei visitatori (oltre 165000 in totale) rispetto all’edizione precedente e l’auspicio comune è che il trend di crescita continui anche quest’anno.
Tra gli ospiti dell’edizione 2018, ci saranno Herta Mueller (premio Nobel 2009 per la letteratura), i Premi Oscar Bernardo Bertolucci, Luca Guadagnino e Giuseppe Tornatore, lo scrittore e dissidente russo Eduard Limonov, Fernando Aramburu e Joël Dicker.
Con il motto di questa edizione, “un giorno tutto questo“, il Salone vuole essere un’occasione per ragionare sul nostro futuro. Un giorno tutto questo sarà perduto? Oppure un giorno tutto questo sarà migliore, più vivibile, più ecosostenibile, più solidale? A noi tutti l’arduo compito di lavorare per un mondo migliore.
Il logo della XXXI edizione è disegnato da Manuele Fior e il paese ospite sarà la Francia, presente con il grande sociologo e filosofo Edgar Morin.
Naturalmente non mancano anche le polemiche: quest’anno torneranno all’ovile le big dell’editoria, per far spazio alle quali l’organizzazione sembra intenzionata a spostare gli stand degli editori medio-piccoli in altri padiglioni. Ciò ha suscitato non poche proteste perché è stato proprio grazie alla massiccia presenza dei piccoli e medi editori che il Salone ha aumentato considerevolmente il numero di visitatori, con buona pace delle grandi assenti. Ora che la kermesse è tornata in auge, le big si ripropongono ma l’organizzazione sarà davvero così ingrata verso chi ha contribuito a salvare il Salone? Staremo a vedere…